Insomma, il copernicanesimo è stato condannato, i libri di Copernico dovranno essere “corretti”, e non si sa esattamente cosa sia stato detto a Galileo.
Nel frattempo, a Firenze giravano voci sgradevoli su Galileo: si diceva che fosse stato inquisito e costretto ad abiurare. Galileo si preoccupava, diremmo oggi, per la sua immagine. Così, prima di tornare in Toscana, chiese a Bellarmino una dichiarazione autografa che spiegasse cos’era davvero successo.
La dichiarazione del cardinale, datata 26 maggio 1616, dice che Galileo non ha né abiurato né è stato sottoposto a qualche pena; semplicemente, gli è stato comunicato il decreto dell’Indice per cui la tesi copernicana è contraria alle Scritture e perciò non si poteva “difendere né tenere”.
Il che è l’ennesima conferma che il famoso precetto non ci fu mai.
L’ultima trionfale conferma di questa conclusione viene dalla lunga udienza papale che gli venne concessa pochi giorni dopo. E’ chiaro che il Papa non lo avrebbe mai ricevuto in udienza privata se a Galileo fosse stato appena notificato un precetto, cioè un provvedimento restrittivo grave.
Sta comunque di fatto che per un pezzo Galileo, tornato in Toscana, si guardò bene dal tornare sulla questione copernicana.
Ma, proprio nel mezzo di una polemica astronomica coi gesuiti, il cui prodotto fu uno dei capolavori di Galileo (il Saggiatore), Papa Gregorio X morì e al suo posto venne eletto, nell’agosto del 1623, Maffeo Barberini, che divenne Papa Urbano VIII. Era questi uno dei cardinali con cui Galileo aveva i migliori rapporti, oltre a essersi a suo tempo opposto alla condanna del copernicanesimo. Insomma, era potenzialmente uno sviluppo assai favorevole: non era inverosimile attendersi una inversione di rotta a proposito dell’astronomia.
Galileo decise di provare e, dopo aver dedicato il Saggiatore al nuovo Papa, si recò nuovamente a Roma. La visita si rivelò un grande successo. Qualche anno dopo, nell’agosto 1630, Urbano VIII concesse perfino a Galileo una pensione ecclesiastica di cento fiorini (per ottenere la quale Galileo dovette subire la tonsura, cioè assumere lo stato clericale).
Galileo venne ricevuto dal Papa per ben sei volte. Sfortunatamente non si sa con precisione cosa i due si siano detti. Ma da lettere di Galileo del periodo, sembra che Urbano VIII gli avesse fatto capire che del copernicanesimo si poteva parlare eccome, purché sempre in via ipotetica.
Insomma, sembrava aprirsi uno spazio nuovo di agibilità per l’indagine astronomico-fisica.
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