Abbiamo visto che l’intervento di un teologo carmelitano, Foscarini, aveva spostato la discussione sul copernicanesimo da quello scientifico a quello teologico. Purtroppo il massimo teologo cattolico di allora, Bellarmino, la pensava diversamente.
Bellarmino pensava che finché uno scienziato, trattando del sistema copernicano, non si fosse occupato delle Scritture, che sono materia riservata ai teologi, non ci sarebbe stata nessuna difficoltà. Così scrive a Foscarini una lettera famosa: se Galileo e Foscarini parlano della teoria copernicana “ex suppositione”, cioè per ipotesi e come strumento per i calcoli, va benissimo “e non ha pericolo nessuno; e questo basta al matematico”. Ma se si afferma che “realmente” il Sole sta fermo e la Terra gira, allora il discorso cambia, “è cosa molto pericolosa”. Perché? Perché i testi sacri e i commenti dei Padri della Chiesa sono unanimi nell’affermare il contrario della teoria copernicana, e la cosa è dunque “materia di fede”. Se poi ci fosse una prova irrefutabile (“vera demostratione”) che il sole sta fermo e la terra gira, allora si potrà dire che le Scritture non vanno intese come le abbiamo intese finora; ma fino a quel momento, bisogna contentarsi di parlare del copernicanesimo solo per ipotesi.
Il 5 dicembre Galileo era a Roma. Il suo scopo era di capire quali pericoli correva il copernicanesimo e tentare, per quanto possibile, di impedire che la Chiesa facesse la stupidaggine di vietarlo. Era, come suo solito, fiducioso.
Galileo non venne interrogato, come dimostra il fatto che nel fascicolo non c’è traccia di interrogatori. Il che vuol anche dire che il procedimento, pur iniziato formalmente a suo nome (“Contra Galileum”, si intitola il fascicolo), si era subito trasformato in un procedimento contro il copernicanesimo, del quale Galileo era solo uno dei tanti sostenitori.
L’Inquisizione procedeva spedita e nel segreto più assoluto. Il 24 febbraio 1616, una commissione di 10 teologi esaminava due fondamentali proposizioni.
La prima, cioè che il Sole sta immobile al centro del mondo, veniva definita «stolta e assurda in filosofia e formalmente eretica», dal momento che contraddice le Scritture.
La seconda, cioè che la Terra non è al centro del mondo né sta immobile, per i teologi era censurabile in filosofia e almeno erronea nella fede.
Insomma: la tesi che il Sole stesse immobile al centro dell’universo era formalmente eretica, perché contraddiceva frontalmente le Scritture. La tesi sul movimento della Terra, invece, era solo “erronea”, perché non esplicitamente in contrasto con la Bibbia, ma inestricabilmente connessa con la prima proposizione (quella sull’immobilità del Sole), e dunque anch’essa, indirettamente, eretica. Si trattava ora di capire cosa avrebbe deciso il Papa, che aveva l’ultima parola.
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