Una mossa a sorpresa della difesa: Bryan si siede al banco dei testimoni. Non tutti sapevano che tra i due c’erano dei precedenti. Quando Bryan aveva sposato la causa antievoluzionista, Darrow lo aveva pubblicamente sfidato a rispondere a una serie di domande che gli aveva posto sul Chicago Daily Tribune nel 1923 – ma Bryan aveva fatto finta di niente. Adesso alle domande Bryan doveva rispondere in tribunale – ma senza giuramento (Darrow dichiarò cavallerescamente che era certo che Bryan avrebbe risposto il vero anche senza giurare). Darrow spiegò in seguito: “il mio scopo era attirare l’attenzione del paese sul programma di Bryan e degli altri fondamentalisti in America”. Come si capì presto, l’obiettivo polemico di Darrow era la pretesa letteralista, che Bryan condivideva e che era alla base del Butler Act: la Bibbia andava presa essenzialmente alla lettera, le interpretazioni (attraverso cui sarebbe stato agevole render compatibile evoluzione e religione) erano pericolose e andavano ridotte al minimo. Se, però, si poteva dimostrare che il letteralismo conduceva a risultati assurdi, allora diventava una tesi indifendibile, e veniva meno il fondamento del Butler Act e dell’intera causa.

Darrow cominciò chiedendo a Bryan se avesse studiato a lungo la Bibbia. Bryan disse di sì: per gli scorsi cinquant’anni. E per caso ha approfondito l’interpretazione della Bibbia?, gli chiese Darrow. Bryan capì il pericolo e disse di no: i suoi potevano al più dirsi commenti, non interpretazioni. Ma confermò che grosso modo tutto nella Bibbia, salvo cose chiaramente intese in modo metaforico (come “voi siete il sale della terra”, che non vuol certo dire che i discepoli di Gesù fossero fatti di sale), andava inteso proprio come era scritto. Allora cominciò uno dei più celebri interrogatori dell’intera storia processuale del Novecento, che ha ispirato innumerevoli scene del cinema e della TV (basti pensare all’episodio di The West Wing in cui il presidente Bartlett riduce al silenzio degli antipatici conservatori-letteralisti dimostrando che nella Bibbia c’è un sacco di roba che oggi consideriamo assurda). Darrow cominciò a martellare Bryan su cose tipo: la balena ingoiò effettivamente e risputò Giona? Giosuè davvero fece fermare il Sole? Bryan spesso rifutava di rispondere, ma alla lunga questa si rivelò una tattica controproducente. Per esempio, quando Darrow gli chiese se il “fermati, o Sole!” di Giosuè potesse essere inteso, in conformità alla teoria copernicana, come un “fermati, o Terra!” e Bryan rispose di non averci mai pensato, Darrow si portò a casa il punto facendogli notare che, anche in quel caso, la conseguenza sarebbe stata molto spiacevole (se la Terra si fosse davvero fermata, si sarebbe ridotta a una massa fusa di materia). Stewart tentò diverse volte di interrompere l’interrogatorio; ma sempre senza successo, dato che Bryan voleva assolutamente proseguire. A un certo punto Bryan spiegò:
Questi signori non sono venuti qui per svolgere questo processo. Sono venuti qui per processare la religione rivelata. Io sono qui per difenderla, e possono farmi tutte le domande che vogliono.
E uno scambio successivo fu ancor più esplicito:
Stewart: Faccio un’altra obiezione. Quale è lo scopo di questo interrogatorio?
Bryan: Lo scopo è di gettare il ridicolo su chiunque creda nella Bibbia, e io voglio che il mondo sappia che questi signori non hanno altro scopo che di ridicolizzare ogni cristiano che creda nella Bibbia.
Darrow: Noi abbiamo lo scopo di impedire a bigotti e ignoranti [ignoramuses] di controllare l’educazione degli Stati Uniti, e lei lo sa, e questo è tutto.
(…)
Bryan: Sto semplicemente tentando di proteggere la parola di Dio dal più grande ateo o agnostico degli Stati Uniti [Applausi prolungati]. Voglio che i giornali sappiano che non ho paura di stare al banco (dei testimoni) dinanzi a lui e di lasciargli fare il peggio che può.
Ma nonostante la sua burbanza, Bryan si trovò in difficoltà pressoché continua. Il culmine arrivò quando Darrow lo portò sul terreno dell’età della Terra e della nascita della vita, dove la Bibbia (presa letteralmente) e la scienza erano più chiaramente in contrasto fra loro. Darrow chiese a Bryan come si era arrivati alla convinzione che la Terra fosse stata creata circa 6000 anni fa. Su questo i due ebbero un dialogo surreale:
Bryan: Non ho mai fatto il calcolo.
Darrow: Un calcolo a partire da quando?
Bryan: Non saprei.
Darrow: Dalle generazioni umane?
Bryan: Non direi.
Darrow: Cosa ne pensa?
Bryan: Non penso alle cose a cui non penso.
Darrow: Ma pensa alle cose a cui pensa?
Bryan: Beh, qualche volta.

Insomma, la tattica di svicolare davanti alle domande pericolose non funzionava granché. Ma se per caso Bryan rispondeva nel merito invece di svicolare, era ancora peggio. In particolare, quando Darrow gli chiese se credeva che la Terra fosse stata creata in sei giorni, Bryan sventuratamente rispose: “Non sei giorni di 24 ore”. Nel pubblico si sentirono distintamente brusii di incredulità. Se “giorno” non significava “periodo di 24 ore”, allora tutte le pretese del letteralismo crollavano, e anche l’evoluzionismo diventava compatibile con la storia biblica della creazione. Darrow ovviamente non si fece scappare l’occasione:
Darrow: Quindi pensa che quelli non furono giorni letterali?
Bryan: Non penso che furono giorni di 24 ore.
Darrow: Cosa ne pensa?
Bryan: Questa è la mia opinione – Non so se la mia opinione su questo argomento sia migliore di quella di altri.
Darrow: Non lo pensa?
Bryan: No. Ma penso che sarebbe altrettanto facile per il tipo di Dio in cui crediamo fare la terra in sei giorni come in sei anni o in sei milioni di anni o in seicento milioni di anni. Non penso sia importante che crediamo l’una o l’altra cosa.
A questo punto, Bryan era praticamente un rottame. Non che mancassero altri episodi divertenti (a un certo punto, Darrow chiese a Bryan se credeva davvero che il serpente avesse cominciato a strisciare sul ventre dopo aver tentato Eva; quando Bryan rispose di sì, Darrow gli chiese: E come camminava prima di allora? Forse sulla coda?), ma poco dopo, per il sollievo dell’accusa, Raulston dichiarò chiusa l’udienza.
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