Uno dei processi più famosi di sempre ebbe origine da un manuale di biologia per le scuole. Fino alla I Guerra Mondiale, il darwinismo rimase pressoché sconosciuto negli USA, a livello di istruzione scolastica. Ma le cose cambiarono con la guerra. Nel 1914, venne stampato per l’appunto un manuale di biologia (A Civic Biology: presented in problems, di George W. Hunter) che per la prima volta dava spazio adeguato al darwinismo e presto venne adottato in molte scuole in tutti gli USA. E venne adottato, badate, senza molte proteste. In generale, i libri di testo divennero sempre più “darwiniani” col passare del tempo.

Nel frattempo, però, in America era nato il fondamentalismo, e a capo di esso si era posto un insigne uomo politico, William Jennings Bryan, con un programma rivolto esplicitamente contro l’evoluzionismo. Bryan, già Segretario di Stato con Woodrow Wilson, già tre volte candidato democratico alla presidenza, e unanimemente considerato il più grande oratore degli USA, si era deciso a lottare contro il darwinismo perché dei libri che aveva letto dopo la IGM lo convinsero che l’ideologia tedesca, che aveva portato alla guerra, alla quale si era opposto fino al punto di dimettersi da Segretario di Stato, era fondata sui concetti darwiniani della selezione, della sopravvivenza del più adatto, della lotta per la vita ecc. Inoltre, l’idea di Bryan era, non solo che il darwinismo non fosse affatto “scienza” ma solo un mucchio di supposizioni non provate, ma anche che “gli insegnanti nelle scuole pubbliche devono insegnare quel che vogliono i contribuenti”: “la mano che firma l’assegno governa la scuola”, perché “l’essenza della democrazia si trova nel diritto del popolo di ottenere quello che vuole”: “c’è più virtù nel popolo stesso di quanto se ne possa trovare ovunque altrove”. Bryan arrivò perfino a commentare, dopo una sconfitta elettorale (ne ebbe parecchie, se considerate che fu candidato tre volte a Presidente degli Stati Uniti, sempre venendo sconfitto): “il popolo ha dato e il popolo ha tolto, sia benedetto il nome del popolo”. Questo sì che è populismo! Ma va detto che nel movimento fondamentalista c’era anche una linea ancora più radicale (il darwinismo nelle scuole sarebbe stato il frutto di una “congiura giudaico-bolscevico-darwinista”), linea espressa soprattutto da Riley. Si leggevano quindi cose come “un soviet scientifico sta cercando di dettare ciò che si insegna nelle nostre scuole” e “se gli atei vogliono insegnare l’ateismo, perché non si fanno le loro scuole e non si pagano i loro insegnanti?”
Il movimento fondamentalista continuò a crescere finché, l’inverno 1924/1925, due disegni di legge (Bill) vennero depositati quasi contemporaneamente al parlamento del Tennessee. Quello che passò era stato proposto dal deputato John W. Butler, e dunque si chiamò Butler Act. Recitava quanto segue:
Sarà illegale per ogni insegnante nelle Università, [Scuole] Normali o ogni altra scuola pubblica dello Stato [= il Tennessee] che siano sostenute in tutto o in parte dai fondi pubblici per la scuola, insegnare qualunque teoria che nega la storia della Divina Creazione dell’uomo come insegnata nella Bibbia, e insegna invece che l’uomo è disceso da un ordine inferiore di animali.

Il Butler Act venne emanato il 21 marzo 1925. Bryan, che seguiva con attenzione e sosteneva in vari Stati tentativi analoghi, aveva suggerito che la legge del Tennessee non contenesse alcuna sanzione, che fosse cioè solo una raccomandazione, per due motivi: perché “non ci sono criminali qui” e inoltre per evitare di distrarre l’attenzione da quel che era davvero importante – cioè per evitare di creare martiri del libero pensiero. E’ quello che aveva ottenuto dal Parlamento della Florida: una risoluzione (non vincolante, e priva di sanzioni) che dichiarava “improprio e sovversivo” l’insegnamento nelle scuole pubbliche del darwinismo “as true” (mentre invece, secondo Bryan, se il darwinismo fosse stato insegnato “as hypothesis” allora andava bene: qui vedete fortissime similitudini con la posizione della Chiesa nel caso Galileo). Ma il parlamento del Tennesse non fu così saggio, e il Butler Act stabilì una sanzione pecuniaria (da un minimo di 100 a un massimo di 500 dollari) per ogni violazione.
Questa fu l’origine immediata del caso Scopes.
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