La risposta breve: no, non esiste. Infatti, nel diritto attuale “reato” è semplicemente sinonimo di “illecito penale” (perché il reato è esattamente definito come ciò “a cui la legge ricollega una sanzione penale”). Gli illeciti penali, cioè le condotte previste e sanzionate dalle leggi penali con sanzioni penali, cioè con le pene, si chiamano reati; tutti gli altri illeciti previsti da altre parti del nostro ordinamento si chiamano, a seconda dei casi, illeciti civili, amministrativi, tributari, eccetera.
Perciò, parlare di “reato penale”oggi non è solo un errore, ma è superfluo, una tautologia, come dire “acqua bagnata” o “gatto felino”.
C’è però anche una risposta lunga, che è più interessante. Infatti, per quanto oggi parlare di “reato penale” sia errato e anzi, come abbiamo visto, sia quasi una bestialità, non è sempre stato così.
Nel diritto romano, da cui più o meno discendono quasi tutti i diritti occidentali moderni, si distingueva un reato “civile” (come diremmo oggi), cioè il delictum, e uno “penale”, cioè il crimen. Di lì è nata una lunga tradizione, continuata fino ai codici dell’Ottocento (e anzi fino al Codice civile del Regno d’Italia del 1865), per cui si parlava di “delitti civili”, cioè atti del tipo che oggi chiameremmo illeciti civili, che davano quindi origine a una responsabilità, però, non penale, ma civile. Ma la situazione non era per nulla soddisfacente, perché in età moderna la parola “delitto” era già associata al diritto e alle sanzioni penali (oggi, l’art. 39 del Codice penale dice appunto che i reati si distinguono, a seconda della pena, in delitti e contravvenzioni). Di qui derivava una notevole confusione, tanto che qualche giurista continuava a parlare di “reato civile” intendendo con ciò proprio l’illecito civile odierno.
Ecco perché, con un lodevole intento chiarificatorio, il legislatore italiano del Novecento ha deciso di eliminare ogni equivoco. I reati sono oggi solo e esclusivamente gli illeciti sanzionati da una legge penale: non esistono più altri reati.
Perciò, non usate mai l’orrenda espressione “reato penale” – perlomeno, se a portata di udito c’è un giurista. Ve ne sarà grato.
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